Le Anti-Cose non credono nel teatro delle ombre polacco

Finalmente qualcuno rispose. Ma invece di un “Pronto”, si udì un oscuro salmodiare:

Cemal’ım Cemal’ım algın Cemal’ım
Al kanlar içinde kaldın Cemal’ım

Magneti pensò che la nenia assomigliasse fortemente alla canzone che avevano appena registrato. Poi qualcosa d’improvviso scattò in lui. Abbandonò la cornetta appesa al filo dondolante e si girò verso gli altri, con gli occhi sbarrati. Le pupille si rovesciarono verso l’alto e, come in trance, cominciò a compiere degli strani gesti. Era un momento magico e sospeso, che durò fino a quando Ardizzi, senza alcuna grazia, disse: “Non starai mica ancora facendo quella stronzata del teatro delle ombre polacco…”

“Il teatro delle ombre polacco non esiste!” gridò Richter. Afferrò la cornetta e gridò con quanto fiato aveva in gola: “La capitale del Belize è Belmopan!”

Poi riagganciò.