Le Anti-Cose non credono in Shakespeare

Ora, Ardizzi non sapeva chi fosse Shakespeare. Questo perché Shakespeare non è mai esistito. Non è questione di interpretazioni critico-letterarie. Non è mai esistito e basta. Così, quando in mente gli spuntarono versi di un certo spessore, che in altri spazi dimensionali tutti avrebbero riconosciuto, pensò di essere giunto ad un passo dall’atrofia cerebrale. Provò a sussurrarne qualcuno all’orecchio di Magneti, senza esito.

Buson nel frattempo decise di esporre una sua nuova teoria, affermando che, dato che era risaputo che Magneti era un essere proveniente da un pianeta extra-solare, doveva esserci qualche evidenza anatomica a dimostrarlo. Propose quindi di sezionarlo appena possibile.

Le sue elucubrazioni furono però bruscamente interrotte. Nel cielo era sbocciato un grande fiore rosso, che si allargava rapidamente. Cominciò a tirare un vento sempre più forte. I cinque erano atterriti. O meglio, cinque meno uno, perché Magneti non si scompose in nessun modo.

“Era ora”, disse solo. Poi strinse le braccia al corpo, abbassò la testa, e venne sparato verso l’alto alla stregua di un proiettile. Richter cominciò a inveire contro di lui, in cumbaiano stretto. “Seguitemi”, urlò Magneti, perso nel vento, “dobbiamo subito andare nei Paesi Baschi!”.

Poi il fiore rosso nel cielo si allargò a dismisura, fino a inghiottirli.