Una noiosa digressione

Riflettevo sulla dura vita del giornalista musicale, biografo delle star. Insomma, fondamentalmente si tratta di parlare con gente fighissima, che ha fatto cose pazzesche e riportarne le gesta. In realtà, a meno che tu non sia Nick Kent, non sei mai protagonista di niente. Sei come un evangelista, ma più sfigato, perché, checché ne dica il tizio di turno, non potrà comunque mai essere Gesù.

In effetti, non è un mistero che tutti i giornalisti musicali siano anche musicisti, mediamente falliti, o comunque molto meno bravi come musicisti che come giornalisti. Vedi lo stesso Nick Kent, o Lester Bangs. Una delle poche eccezioni in questo senso è rappresentata da Lenny Kaye.

Eppure, checché ne dicano Frank Zappa o Neil Young, il rock ha bisogno di un epos e quindi di qualcuno che lo racconti nel modo giusto. Il che ovviamente non vuol dire veritiero.

Questa è una digressione seria. Lo dimostra il fatto che ho scritto per ben tre volte checché. Ma è anche una dichiarazione d’intenti.

Come a dire: Le Coseidi.

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