“Disintossicarsi dall’amore”. Intervista esclusiva al sassofonista de Le Cose

Incontriamo Bardot nella sua principesca villa a Castro Pollio, in provincia di Urgo, attorniato dalla sua corte. Un alto maggiordomo in shorts ci accoglie all’ingresso. Quello che i media hanno già soprannominato il principe della valle dell’Aniene o il playboy dei Monti Simbruini, ci fa attendere per una buona mezz’ora nella sua ampia serra diurna. Finalmente entra, accompagnato da un’alta virago in completo gessato e occhiali da sole a goccia. “La mia addetta stampa”, commenta. Presunzione e prosopopea potrebbero tagliarsi nell’aria con un coltello…

La prima cosa che i lettori vogliono assolutamente sapere è il perché del suo soprannome.

Mah… si metta nei miei panni! Ok, sono brutti, ma come potrei spiegare a qualcuno un soprannome talmente insensato! Cosa vuole che le dica… posso dirle soltanto che mi è stato assegnato dopo un sondaggio sul web. Pensi alla mia povera addetta stampa che deve cercare di spiegare tutto ciò ai giapponesi…

No, il vero perché.

Un soprannome si dà. Non so dirle il perché. Lo chieda a quel tizio che ha scritto dalla Sardegna… ma era la Sardegna?

Lei è il frontman del gruppo. Sente il peso della responsabilità?

Mah anche questa è una diceria… diciamo che sono quello più in vista per una semplice questione di disposizione degli strumenti.

Si dice che lei abbia già un fanclub tutto suo…

Sì, ma solo perché mi ispiro alla musica di Frank Trumbauer.

Non ha mai pensato ad una carriera solista?

Sì, ma è morta sul nascere. Mi ricordo le ore a suonare nei tunnel del Metro parigino e le botte che presi dalla gendermerie! [Si rivolge alla sua addetta stampa: “Ok questo non tradurlo per gli amici francesi, non vorrei scoppiasse un caso diplomatico”].

Ha idea di quale sia il genere che suonate?

Buff… credo, mi dicono, un progressive-punk di un qualche genere. Non so… ora che ci penso è difficile collocarlo. Proviamo a chiedere ai cinesi? [Rivolgendosi perplesso ancora alla sua addetta stampa].

Ci sono secondo lei altre realtà italiane che vi somigliano?

Ad occhio e croce… non direi. Mah, mi crea un po’ di imbarazzo rispondere a questa domanda.

E internazionali?

Ecco, appunto! Proprio per questo mi imbarazzava rispondere! No, noi siamo il nuovo che avanza… lo scriva pure senza problemi.

Vorremmo sapere qualcosa di più su di lei… Possibilmente di intimo.

Porto i boxer. [Guarda la sua addetta stampa] Che c’è? Può bastare?

Girano su di voi diverse voci scabrose…

Del tipo…? [Si gira verso un punto a caso]. Qualcuno mi porta un po’ di whisky?

Strane storie su Sant’Elpidio… Dipendenza dalla Vecchia Romagna… Contrasti con le forze dell’ordine…

Sì certo… io sono un seguace di Sant’Elpidio. Soprattutto di Porto Sant’Elpidio. Si sta bene lì… credo [si guarda attorno perplesso]. Sono stato lì, in una clinica sul mare, a disintossicarmi dal mio amore per la Vecchia Romagna. Etichetta nera.

Vuole mandare un ultimo messaggio alle sue fan?

Ma certo. Allora carissime fans… meno mutandoni di lana e più lingerie, mi raccomando.

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