Bardot, l’uomo dietro al sassofono

A grande richiesta, pubblichiamo la prima retrospettiva su uno dei membri de Le Cose. La scelta, per ovvi motivi, non poteva che ricadere su Bardot, uomo immagine della band, artista poliedrico e complesso. Perché, se tutti ormai conoscono il suo celebre incedere melodico (definito dai critici “fraseggio cosiano”), le sue immense capacità musicali e il suo look stratosferico, nessuno sa molto sull’uomo che si cela dietro l’artista. Anzi, sull’uomo dietro al sassofono.

Bardot, in arte Bardot, nacque nel terzo anno della Gallina a Frianza, in provincia di Martina. Appena venuto al mondo, un’enorme stella illuminò il cielo sopra l’ospedale. Poi si scoprì che era andata a fuoco la camera iperbarica del sesto piano.

Bambino precoce, fin da quando aveva tre anni usava gli strumenti musicali di plastica regalatigli dalla mamma per sedurre il mondo. Ogni venerdì teneva un concerto nella parrocchia di San Volpicello a Frenone, a cui accorrevano frotte anche dai paesi vicini. L’evento cominciò ad acquistare rinomanza in tutta la provincia, fino a che, quando aveva otto anni, vennero a sentirlo anche da oltre confine (un giorno infatti venne un tizio da San Marino).

Giunto all’età di quindici anni, i genitori decisero, dando prova di grande tempestività, che forse avrebbero dovuto fargli studiare musica e lo iscrissero presso la nota Accademia per Amici e Tronisti di Rapidattole. Bardot si distinse immediatamente, impressionando i coach per la sua capacità di sorridere in modo molto fascinoso mentre suonava il sassofono.

Quando sembrava che davanti a lui si stesse aprendo un radioso avvenire, accadde però l’irreparabile: una prestante coach con delle strane protuberanze sugli zigomi lo sedusse, rubando per sempre la sua innocenza.

Per i successivi dieci anni, Bardot vagò per la provincia di Frosinone, completamente sconvolto. Era noto in zona come il “folle di Broccostella“, principale scenario delle sue malefatte. Infatti, si aggirava furtivo nottetempo per i pascoli, rubando lana alle pecore oppure leccando i corni delle mucche. Per chi ebbe la sfortuna di vederlo in azione, si trattò di un orribile spettacolo.

[Fig. 1: il meraviglioso scenario di Broccostella (FR)]

La cosa andò avanti così finché, dopo ampie ricerche, la famiglia lo ritrovò e lo fece internare, per il suo bene, nella clinica attigua alla nota Accademia per Amici e Tronisti di Rapidattole.

Una lenta ripresa, durata per ulteriori tre anni, permise finalmente a Bardot di rimettere timidamente piede nella società civile. Decise che, nonostante tutto, la musica era la sua vita e cominciò a frequentare alcuni noti ritrovi di musicisti nella Capitale.

Dopo aver incontrato numerosi artisti di grande talento, alla fine si imbatté nel Barone, che millantava mirabolanti capacità. Chiaramente era tutto falso, ma Bardot si fece nuovamente fregare; questa volta però con maggiore consapevolezza. Fu così che nacquero i “Filhos da Terra”.

Ma questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta.

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