“Sarebbe un facile lapsus”. Intervista esclusiva a Mercalli, bassista de Le Cose, su Dario Marelli, chitarrista de Le Cose

Incontriamo Mercalli nell’immenso loft nel centro di New York che gli funge da ufficio e centrale operativa. Sta parlando con quattro telefoni contemporaneamente, in modo alquanto concitato. Ha un’aria impegnata e uno sguardo strano. Fa segno di avvicinarmi e in modo imperativo mi indica una sedia, che si rivela però stracarica di tabulati commerciali e riviste musicali. Sulla sua scrivania si nota una consunta copia de “Il crollo della mente bicamerale” di Julian Jaynes, quasi completamente spaginata.

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[Fig. 1: la cravatta di Mercalli]

Dopo circa 15 minuti, Mercalli chiude anche l’ultima telefonata e sembra finalmente concentrarsi su di me, quasi sorpreso, come se gli fossi apparso improvvisamente davanti. Sembra molto gentile, anche se il suo atteggiamento ha qualcosa di profondamente inquietante. Incominciamo l’intervista...

Circola voce che Dario Marelli non sia il suo vero nome. È vero?

Nemmeno Dario Marelli lo sa. L’infanzia è stata quello che è stata, tra un tendone da circo e l’altro, tra drammi quotidiani e vite che sembravano la sceneggiatura di un film di John Huston. Il tutto però sempre con una chitarra a fargli compagnia.

Ecco appunto. Può dirci qualcosa di più sul suo background musicale?

Sicuramente deve molto a Zucchetti…

Chi?

E pure agli Haris Sangold…

Certo…

Gruppo seminale della scena di metal melodico bresciana…

Come no…

Anche don Amilcare, però….!

Ovvio… Il famoso violentatore seriale.

Sì: Zucchetti, Haris Sangold e don Amilcare. Forse.

Bene. Ecco… Può dirci qualcosa di più sulla famigerata Fujiko?

Fujiko è apparsa hegelianamente, parlando come la nottola di Minerva sul limitare della storia. Ma non apriamo ferite mai rimarginate.

[Fig. 2: Mercalli]

Aha… Giusto… Ecco, ai lettori però interessa moltissimo avere informazioni dettagliate sulle conclamate patologie mentali di Marelli… Può dirci qualcosa di più sul tema?

Mi sento confuso… Non capisco…

Come? Ha bisogno di un po’ d’acqua? Non si sente bene?

Problemi che Alberto Bellandi maniacalmente evitava, quando era piccolo…

Forse vorrebbe parlare in maniera dettagliata delle sue personali patologie mentali? Sì sfoghi pure, non si faccia remore…

Ho dei problemi immensi con il cavo della mia chitarra…

Ah, ok… Quando dice “cavo” lei ovviamente intende “pene”…

No, mioddio! Il Pezza!

Il Pezza? Chi sarebbe costui?

Sarebbe un facile lapsus.

Sì, ma per favore, si concentri…

Ma in realtà forse è il cavo dell’universo.

Parlavamo del “Pezza”…

Il mio universo.

Cosa sa dirci sul rapporto tra Pezza e Marelli?

No io.. lasciamo stare il Pezza… È una persona temibile…

Aspetti…intende dire che il pene è il suo universo?

Stiamo, credo, travisando le loro parole…

Va bene torniamo al Pezza. Però si concentri!

Il nostro universo è cavo.

Perché temibile? Sì concentri! Marelli è il Pezza?

Giusto, giusto, la concentrazione…! Nooooooooo!!!

Ed eventualmente quell’altro tizio… Come si chiama? Ah, sì, Zucchetti… SI CONCENTRI!

Lo spirito di adattamento ha spinto il Marelli ad essere un soggetto versatile e multiforme…

Lo stiamo perdendo!

Io posso essere Fujiko…

Presto, chiamate un’ambulanza!

Noi siamo il Pezza…

TSO, CI VUOLE IL TSO!

Suono pezzi che si adattano ad ogni stagione ed ogni pezzo…

Presto! Prima che diventi pericoloso!

Hai una birra?

Argh…gghh…

Scusi dove è il bar?

Gghhh…

Ah…questa è una citazione dotta!

Blllbl…

Ma i titoli delle canzoni?

Gllll…

Mi spiace non aver potuto rappresentare in modo adeguato la confusione che anima Marelli…

Aahh… Oh… Ahio… La prego, mi… mi lasci andare… Non la denuncerò, lo giuro… Per favore… Ho una famiglia, dei bambini… PER FAVORE! PER PIETÀ! MI FACCIA USCIRE…!

Va bene, come vuoi, brutto mostro! Non uscirò vivo di qui. Ma ho ancora il cellulare! Ecco! Ho inviato tutto al giornale! Ora almeno sapranno cosa mi hai fatto! Avrò comunque la mia vendetta!

HAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!

BUAHAHAHAHAHA!

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