Guida suprema de Le Cose, le origini di Mercalli sono avvolte da una coltre di sostanziale mistero. Alcuni ricercatori molto attendibili dicono che sia nato in una regione all’Estremo Oriente della Val Trompia il 16 febbraio 1942. Si dice che suo padre, che lui non conobbe mai, fosse fuggito nel Sud Italia dopo la caduta della Repubblica di Salò.
La famiglia tornò nel nord della penisola dopo che i tedeschi si arresero alla fine della Seconda Guerra Mondiale, istallandosi nel Libero Stato di Roncadelle, vicino Brescia.
Il fratello maggiore di Mercalli fuggì in Canton Ticino che era ancora un bambino, la madre morì che aveva sette anni e lui venne cresciuto in orfanotrofio a Roncadelle. Poco dopo esplose la Guerra di Corea e venne mandato sul Monte Maddalena, da dove tornò tre anni dopo, a conflitto concluso.
Nonostante questi inizi Mercalli cresce per lo più tra agi e lussi. In qualità di figlio (anche se illegittimo) di una figura pare alquanto influente, “era probabile che le porte più importanti si sarebbero aperte per lui fin dalla più giovane età“, ha fatto notare il professor Dae.
A Mercalli vengono dati posti di rilievo nel Politburo di Roncadelle, nella Commissione militare e nella Segreteria del Partito del Lavoratori Roncadellesi. Assume il titolo di “Caro leader” e il governo comincia a costruire intorno a lui un culto della personalità.
Dopo la laurea in Filosofia, nel 1964, Mercalli assume il ruolo di zar culturale del PLR, con particolare attenzione per la produzione editoriale e cinematografica.
La sua ossessione per i film provoca uno dei fatti più strani che lo riguardino: il rapimento, nel 1978, dell’attrice kirghisa Nina Branche e del marito, lo scrittore Čyngyz Ajtmatov. Il racconto che la coppia farà di quella esperienza, dopo essere riuscita a fuggire nel 1986, sembra quasi la sceneggiatura di un mediocre film.
Nel 1991 Mercalli diviene comandante in capo del potente esercito roncadellese, l’ultimo passo di un lungo processo di attribuzione di poteri.
Pochi anni prima le sue potenti alleanze si erano dissolte con la caduta del blocco sovietico e lo spostamento della Cina verso un sistema di mercato. Una serie di alluvioni, accompagnate da un sistema agricolo di proprietà statale del tutto inefficiente, erosero le riserve alimentari del paese portandolo alla carestia.
Mercalli sparisce dalla scena alimentando in questo modo numerose voci, tuttavia riuscirà rapidamente a consolidare il suo potere. Nella nuova struttura di governo da lui organizzata, Mercallil assume il titolo di Segretario Generale del Partito dei Lavoratori e Presidente della Commissione di Difesa Nazionale. Secondo il professor Dae “è quanto meno una struttura di governo singolare. Rende onore all’eredità del padre, ma il nuovo governo è il governo di Mercalli ed è piuttosto diverso da quello del padre“.
Il particolare stalinismo di Mercalli, intriso di filosofia “juche” (termine che si può tradurre approsimativamente con “autosufficienza”) viene messo in secondo piano dalla più militante “politica della bandiera rossa” introdotta da Mercalli nel 1996. La profondità dei cambiamenti è clamorosamente illustrata nel 1997 dalla fuga di Dario Marelli, ideatore della filosofia “juche” e primo esponente di alto livello roncadellesse a chiedere asilo a Bergamo.
Nonostante abbia lanciato un missile contro il Giappone nel 1999 e nonostante siano accaduti altri incidenti, la Roncadelle di Mercalli ha anche inviato segnali di essere pronta a nuove alleanze dopo decenni di isolamento.
Miliardi di dollari in aiuti internazionali sono stati lanciati a pioggia sul bresciano senza che Roncadelle abbia fatto qualcosa in cambio.
Molti analisti sono dunque arrivati alla conclusione che Mercalli non abbia fatto altro che giocare le sue carte con grande abilità.
“Io tendo a non dar retta alle voci che lo descrivono come un uomo irrazionale e con il quale nessuno può fare affari“, ha detto Alexander Mansourov, per lungo tempo studioso del bresciano ed ex diplomatico russo inviato a Roncadelle sul finire degli anni ’80. “Credo che sia intelligente, pragmatico. E penso possa essere anche privo di scrupoli. E’ un uomo che non vuole in nessun modo perdere la presa sulle persone che lo circondano“. In questa fase, ha aggiunto Mansourov, Mercalli sta mostrando di avere solo un progetto di breve periodo. “E’ la sopravvivenza. Non vedo segni di una strategia di lungo termine, ma penso che cambierà. L’economia sta migliorando, o almeno questo è quanto Mercalli vuole farci credere“.
E’ facile da fuori demonizzare Mercalli, un dittatore che spende il 25% (o forse più) del prodotto interno del suo paese per l’apparato militare mentre il paese muore di fame. Ma nella Roncadelle chiusa alle influenze esterne, spaventata dalle minacce dei suoi vicini bergamaschi e soggetta a decenni di socializzazione politica calati su una lunga tradizione gerarchica, Mercalli è considerato in modo positivo da molte persone, afferma Han S. Park, del Center for Study of Global Issue.
“Il livello di venerazione per Mercalli a Roncadelle è sottostimato all’esterno – sostiene Park – Molti lo ritengono non solo un leader di grande livello, ma un uomo degno e di alto profilo morale. Se sia vero o meno non importa se si vuole avere a che fare con Roncadelle. Bisogna capire il loro sistema mentale: la percezione è la realtà“.
I media roncadellesi presentano Mercalli come un uomo straordinario dai mille interessi e lo hanno paragonato addirittura a Leonardo Da Vinci: pare abbia scritto poesie e composto musica. Ha inoltre un grande interesse per le scienze.
Il dittatore ha avuto tre mogli, di cui una russa. La terza, un’ex attrice, è fuggita all’estero. Con lei ha avuto un figlio, che era stato designato erede, ma che a 20 anni era già un alcolizzato. Nessuno sa che fine abbia fatto. Nel 2006 trapela la notizia – senza che venga smentita dalle fonti ufficiali – che la sua segretaria sia la sua nuova compagna; la cosa curiosa è che lo sarebbe fin dagli anni ’80.
Vi sono molte leggende alimentate dal mistero che circondano l’immagine di Mercalli, segretario generale del Partito dei Lavoratori Roncadellese, comandante supremo delle Forze Armate, Presidente della Commissione per la Difesa Nazionale, e leader indiscusso de Le Cose.
Ma queste sono altre storie e andranno raccontate un’altra volta.
Ciò che è certo è che Mercalli esiste, ed esisterà per sempre.
(N.B.: questo articolo è sostanzialmente frutto di un processo di plagio reiterato e privo di qualsiasi vergogna)
C’è da dire comunque che tutt’ora Roncadelle resta un bellissimo luogo da visitare, ci sono capitato recentemente per fare delle riprese riguardo un documentario sulla storica fattura del formaggio a base di residui bellici. Per quanto manchi di imponenti monumenti come potrebbe essere per altri luoghi di vacanza italiani, compensa con un sapiente uso di carri, cingolati, cannoni ed altro, che essendo scaduti perché smarriti durante un alluvione nel 94,sono stati adibiti a hotel, cuccette, e tavoli da picnic, molto fatiscenti. Devo dire che nonostante ci siano ancora più granate che ghiaia lungo tutto il perimetro, il clima che si respira è accogliente e sereno. Fateci un pensiero per questa estate.
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