Quella notte l’amore aleggiava nell’aria come un calabrone arrochito da uno strazio feromonico. Il vento brindava con una rada nebbia giallastra, mentre pallide farfalle morivano in silenzio. Il guardiano inforcò la bicicletta alla luce di un neon traballante, fischiettando incerto. I cani sembrarono non gradire e ringhiarono offesi, quasi fossero tigri invecchiate dall’alcool. Era una notte che non convinceva nessuno, men che meno dei pallidi spettatori in attesa di uno straccio di concerto. – Cazzo! ululò un lupo timido, rivolto alla luna, piena per tredici ventottesimi. Il ragioniere si voltò indignato e tentò di baciare la sua ragazza, prima che lei fuggisse. Non c’erano altri volti nei dintorni. Fu per quello che Le Cose divennero blu permanentemente per i successivi 23 giorni. Era il primo marzo del 1993. Lunedì.
Le Cose Blu
