ROMA
SABATO 6 APRILE 2019, ORE 00:14
Il Barone si sentiva stranamente felice. Il concerto era andato bene, ma non era solo per quello. Si sentiva leggero, quasi sereno, come se fosse stato all’improvviso sull’orlo di una catastrofe e l’avesse evitata proprio all’ultimo momento. Non sapeva perché ma, proprio come accade a volte a chi sopravvive fortuitamente a un disastro, gli sembrava di apprezzare di più la vita e i suoi piccoli piaceri: la birra che aveva bevuto, i sorrisi della gente, anche l’aria che respirava…
In fondo, perché non doveva essere così? Aveva ancora davanti tutta una vita di successi personali e professionali, era sulla cresta dell’onda, il futuro che lo aspettava non poteva che essere radioso.
Anche gli altri sembravano felici. Bardot stringeva il suo sax come un figlio, quasi commosso. Don Ringo smontava la batteria con ingegneristica precisione, con la concentrazione totale di chi non vorrebbe essere da nessun’altra parte al mondo. Marelli sembrava leggermente contrariato, come se qualcosa non fosse andato come sperava, ma poco dopo sorrise, scrollò le spalle e si scolò l’ennesimo gin tonic.
Mercalli era quello più strano: guardava tutto e tutti come se fosse la prima volta, con la gioia di un bambino che osserva una pozzanghera brillante d’olio irridescente.
Il Barone pensò che era stata davvero una bella serata. Strinse tra le mani il distorsore che Mercalli aveva lasciato sul palco. Concluse che, visto che non l’aveva acceso neanche una volta durante tutto il concerto, non ne avrebbe certo sentito la mancanza. A differenza sua, avrebbe certamente trovato il modo per impiegarlo nel migliore dei modi.
Fischiettando le note del ritornello di jarviscocker, si avviò allegro verso casa.
FINE
(Forse)
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