Una delle più ardite teorie circa la funzione metafisica de Le Cose è legata all’innegabile fil rouge che ha tenuto unito le innumerevoli fasi che il gruppo ha attraversato nel corso dei millenni: la musica, anzi, l’evento artistico di per sé, è l’apertura verso uno dei tanti universi paralleli e contemporanei che si creano all’infinito, in ogni singolo attimo, in base alle scelte, anche le più banali, come scrivere questo articolo qui ed ora, che ogni individuo effettua. Questa è la reale funzione dell’arte: con vari gradi di approssimazione rispetto alla realtà che pensiamo di vivere, l’arte coglie la moltitudine delle “quasi realtà” che sono parte integrante del nostro io, in qualunque momento, ovunque. Essere trafitti, tramortiti, attraversati dalla consapevolezza di non essere altro che strumenti nelle mani del nulla, ha dato a Le Cose una natura ultraterrena, tendente, in concretezza, all’ocra intenso della senape.
Secondo un processo che, in modo primordiale ed immanente, celandosi si mostra prepotente, le masse, immerse nel sapiente impiastro sonoro cosiano, si trovano improvvisamente gettate in una realtà che pur essendo palpabile e vivida non appartiene completamente al mondo normalmente inteso come reale.
Solo parzialmente però lo squarcio aperto nei veli della realtà dalle lancinanti chitarre non è totalmente estraneo alla realtà di ogni giorno ed improvvisamente! come in ogni composizione cosiana, sono proprio le sfumature, le ombre, le figure di secondo piano le vere protagoniste del mondo di domani, ora prepotentemente e clamorosamente inattuale.
Proprio nella mattinata di oggi un evento, un pensiero esiziale, si è impossessato contemporaneamente dei membri de Le Cose; immediatamente, un secondo dopo, sempre all’unisono tutti i membri, uno, nessuno oppure centomila, si sono chiesti quante volte già in passato questo pensiero è stato effettivamente pensato e poi dimenticato, come un qualunque sogno di quart’ordine.
Sì, i sogni sono autentici portali che ci proiettano nelle infinite altre possibilità di realtà che il nostro io vive in infiniti mondi paralleli al nostro; ma qual è quindi il nostro mondo natale, quale elemento ci porta ad attribuire al nostro mondo un livello di realtà superiore rispetto a quello di qualunque altro? Quale realtà è la vera realtà? Probabilmente, estremizzando il concetto, ogni sera ci addormentiamo in un mondo diverso per poi risvegliarci indisturbati in un’apparente ed immutabile realtà abituale, ma ogni possibile risveglio è potenzialmente un sogno ed una supposta realtà è meritevole di fiducia cieca, la stessa fiducia che è giusto, per antonomasia, dare a LE COSE.
Proprio la nascita, così come la riproduzione, di un pezzo de Le Cose, analogamente a quanto avviene in un sogno, ci porta letteralmente su un altro mondo dove solo impercettibili sfumature rendono la realtà lievemente ed inconsciamente diversa da quella che pensiamo di conoscere.
Si, è proprio così! Le Cose popolano i tuoi sogni, Le Cose popolano ogni tua realtà!
NOI AMIAMO LA CINA

Ma la Cina?
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Bisognerà chiederglielo in effetti…
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